“Chiederò lo stato di emergenza occupazionale per il Piemonte, siamo pronti a istituire un tavolo politico per monitorare la crisi e, in accordo con i sindaci e le organizzazioni dei lavoratori, avere la forza per chiedere a Roma i fondi necessari per superare le difficoltà. Fondi necessari per il sostentamento delle famiglie e la riqualificazione professionale delle maestranze”. Così il presidente della Giunta Alberto Cirio è intervenuto all’incontro con i rappresentanti delle 5 aziende piemontesi in crisi e i cui addetti rischiano il licenziamento. Il presidente intende chiedere al Consiglio di votare lo stato di crisi e, appunto, costituire una cabina di regia permanente “perché una crisi occupazionale nel suo complesso così grave, con almeno 5mila posti di lavoro a rischio nella nostra Regione va affrontata come una vera e propria calamità naturale”.
L’occasione, ha ricordato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, “sarà domani pomeriggio, quando abbiamo convocato una seduta durante la quale il presidente Cirio e i consiglieri dibatteranno delle ripercussioni sul territorio della fusione Fca-Psa, su iniziativa di Marco Grimaldi”.
L’assessore al Lavoro Elena Chiorino ha spiegato “che c’è la massima attenzione sulla serie di crisi aziendali, siamo in contatto con tutti per monitorare le situazioni critiche. Abbiamo già firmato un protocollo d’intesa con le banche per tamponare i ritardi Inps sulla cassa integrazione per avere l’anticipo a costo zero per i lavoratori, al Ministero del Lavoro chiederemo di aumentare i fondi”.

Vittorio De Martino (Fiom Cgil) ha sottolineato la drammaticità del momento con un grande rischio deindustrializzazione per il territorio piemontese. Il governo ha concesso numerose risorse in defiscalizzazione per le imprese, ma queste risorse non tornano ai lavoratori.

Per il rappresentante della Olisystem di Settimo, l’azienda dovrebbe essere spezzettata in cinque società diverse, dichiarati 250 esuberi.

Per il sindacato Fim Cisl la Malhe, trovandosi in situazione crisi del settore, è passata da cassa integrazione ordinaria ad annuncio di licenziamento collettivo e di chiusura senza cercare soluzioni industriali. Chiediamo alla politica di spingere l’azienda a trovare una soluzione industriale e un percorso che garantisca il futuro dei lavoratori.

Daniele Volpato, assessore al lavoro di Settimo Torinese, ha parlato della situazione di Cnh e Olistystem. Il problema di quest’ultima è il management. Ci sono due aziende pronte a rilevarla nella totalità, creiamo un tavolo di discussione a cui deve partecipare anche Intesa San Paolo.

I delegati sindacali di Alpitel, azienda di telecomunicazioni che sta lavorando allo sviluppo tlc in Italia, hanno spiegato che nonostante l’acquisizione da parte di Tsc, gruppo che ha partecipazioni statali, è stata aperta procedura di licenziamento per 100 dipendenti di cui più di 60 in Piemonte, senza sforzo di interlocuzione con rappresentanze sindacali.

Edi Lazzi, segretario Fiom Torino e provincia, ha sottolineato che c’è il rischio di parlarsi sempre addosso se non si fa sistema per trovare soluzioni alle crisi, con il risultato che sempre più lavoratori perdono il posto.

Il delegato della Rsu Fiom Lear ha messo in guardia sul fatto che il 30 marzo prossimo scadranno gli ammortizzatori sociali e ha esortato il Consiglio e la Giunta regionale a far pressioni per comprendere dove vanno le aziende.

L’assessore alle Politiche sociali della Città di Moncalieri Silvia Di Crescenzo ha manifestato la propria solidarietà ai lavoratori, auspicando azioni capaci di porre fine all’emorragia di aziende in atto.

Alfonso Provenzano della Cgil ha sottolineato che per le istituzioni prendersi cura del territorio deve essere la consapevolezza che è necessario non farsi scappare le opportunità di lavoro e denunciato che la Cosmonova di Trofarello rappresenta l’ennesimo esempio di fallimento senza ammortizzatori sociali.

Per il sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo siamo di fronte a crisi che non sono legate al calo di commesse ma agli interessi privati di chi possiede le aziende: è necessario avere il coraggio di dire che anche là dove si delocalizza i lavoratori devono avere i medesimi diritti di chi lavora in Italia.

Il sindaco de La Loggia Domenico Romano ha definito “devastante” la crisi della Mahle per il territorio di cui è amministratore e ha dichiarato che negli anni l’azienda ha dato molto alla comunità e i lavoratori hanno dato molto all’azienda e oggi non chiedono altro che poter continuare a lavorare.

L’assessore al Lavoro del Comune di None Federico Ciaffi ha denunciato che le industrie che chiudono sempre più velocemente i battenti costringono i territori a cambiare la propria vocazione.

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