Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia ha commemorato questa mattina, davanti alla lapide posta in piazza San Carlo 161, “l’orgoglio, la tenacia, il coraggio e, soprattutto, l’esempio” dei 52 morti e dei 187 feriti durante gli scontri del 21 e 22 settembre 1864.

Il presidente Allasia ha sottolineato come i torinesi, che avevano combattuto per l’unificazione nazionale nel 1861 e creduto nel vento del Risorgimento che da Torino aveva soffiato verso il resto d’Italia, non avevano immaginato che la capitale del Regno potesse essere trasferita a Firenze per via della convenzione stipulata tra Italia e Francia. Questa fu, infatti, “la scintilla delle vibranti proteste popolari da parte di chi vide in quella scelta la volontà di sminuire e svuotare Torino del proprio ruolo di capitale del Risorgimento e del Paese”.

I manifestanti che andarono, ignari, incontro alla morte sono testimoni della scelta di non accettare in silenzio ”un atto inopportuno e indecoroso, un’imposizione fatta al popolo che aveva animato la lotta per l’unità dell’Italia”.

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