Se con il Pnrr si intende indirizzare il nuovo corso economico e sociale del Paese, non è possibile farlo senza che le assemblee elettive svolgano il loro ruolo di indirizzo e controllo. Sia il Parlamento, sia i Consigli regionali, siano protagonisti insieme agli esecutivi: questo il messaggio forte che è emerso durante il seminario di approfondimento su “Pnrr e Assemblee legislative” che si è svolto oggi a Torino, organizzato dalla Camera dei deputati e dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, con il sostegno del Consiglio regionale. Obiettivo: approfondire le modalità attraverso le quali le diverse sedi della rappresentanza democratica (Parlamento nazionale e Consigli regionali) potranno indirizzare e monitorare l’attuazione del Pnrr.

Il seminario è stato organizzato in vista della predisposizione del Rapporto annuale sulla legislazione 2022.

Il 36% delle risorse disponibili del Pnrr, sono destinate a pro­getti e programmi localizzabili a livello regionale e locali. Per quel che riguarda la missione “Inclusione e coesione”, il 93% delle risorse disponibili è destinato prevalentemente agli enti locali, mentre nel caso della missione “Salute” il 97% delle risorse è destinato alle Regioni.

I temi approfonditi dai tanti interventi istituzionali che si sono succeduti nel corso della tavola rotonda hanno preso spunto da una Nota tematica predisposta dall’Osservatorio sulla legislazione del Servizio studi della Camera e dall’ISSiRFA sulla base delle risposte degli uffici dei consigli regionali ad un questionario predisposto sul tema.

“Il Pnrr è una grande opportunità  – ha esordito il vicepresidente Franco Graglia, nel portare il saluto del presidente del Consiglio Stefano Allasia –  ma è anche un’enorme responsabilità alla quale soprattutto le Istituzioni, a tutti i livelli, sono chiamate a contribuire con gli occhi rivolti al futuro. Stiamo parlando di investimenti e di riforme che avranno grande impatto economico e sociale. Il primo gesto per lasciarsi coinvolgere nel cambiamento è quello di cercare di capire cosa insieme vogliamo costruire e in quale maniera. Dal confronto di oggi – conclude – usciremo tutti con le idee ancora più chiare sul lavoro che ci attende e con la speranza che su solide basi, sapremo insieme compiere le scelte più giuste per il bene delle generazioni future”.

“Parlare del Pnrr che è l’energia per la ripartenza del nostro Paese proprio nel primo giorno dopo la fine dello stato d’emergenza credo sia una concomitanza importante, così come lo è farlo nel luogo, il Museo del Risorgimento, dove l’Italia è nata – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, portando il proprio saluto -. Le persone hanno bisogno di una prospettiva, di buone notizie, e oggi ci sono tutte le condizioni per dar loro fiducia in modo reale. Le Regioni come sempre risponderanno “presente” e allo Stato, con il quale c’è una collaborazione costante, chiediamo supporto anche per consentire agli enti locali di riappropriarsi del loro fondamentale ruolo di programmazione”.

“Anche se il Pnrr è improntato per sua natura su una logica verticistica dall’alto verso il basso – ha evidenziato il direttore dell’ISSiRFA Giulio Sealrno -può rappresentare per le Regioni e per le Province autonome un’occasione per riappropriarsi del proprio ruolo di indirizzo e di controllo e accrescerlo. Per questo è fondamentale che tali importanti realtà si interroghino e interroghino il territorio su quale impostazione dare alle politiche pubbliche per assicurare un cambiamento virtuoso ed evitare che il Pnnr sia una sorta di griglia calata dall’alto. E può costituire un’occasione per promuovere un rinnovo della legislazione almeno per quanto riguarda le materie toccate dal Pnrr”.

“Il Pnrr dimostra una capacità di reazione delle istituzioni europee ben diversa rispetto alla crisi dei debiti sovrani”, ha affermato Chiara Goretti, coordinatrice della segreteria tecnica del Pnrr. “Ci propone un modello forte con delle grandi sfide: un piano di risultati da conseguire in tempi certi, scrivere leggi orientate ai risultati, adattamento culturale. Le assemblee legislative devono adattarsi a questa nuova logica, non guardare solo all’approvazione o all’adempimento, ma verificare se il quadro legislativo è funzionale agli obiettivi”.

“Il Pnrr inaugura un cambio di linea e di prospettiva epocale – ha dichiarato il coordinatore dell’Unità per la razionalizzazione e il miglioramento Nicola Lupo -. Un’epoca in cui non è più il singolo Parlamento a decidere in autonomia ma un sistema parlamentare euronazionale in cui gli interlocutori sono – oltre alla Commissione europea, alle parti sociali, alle Regioni e agli Enti locali – gli altri Stati membri. Con l’approvazione del Pnrr, inoltre, il Parlamento ha assunto indirizzi e impegni fino al 2026. E su questo non potrà non fare i conti. Lo spazio della politica, in questo contesto, non si esplica più sul ‘che cosa’ o sul ‘quando’ realizzare, ma sul ‘come'”

“La responsabilità di mandato impone che anche i territori si occupino di mettere a fuoco e dimostrare ai cittadini quale sia il reale impatto delle scelte”, è intervenuta Maria Teresa Polito, presidente sezione di controllo Corte dei conti. “La situazione del Piemonte è sintomatica perché abbiamo un tessuto di realtà di piccole dimensioni con problematiche specifiche. Sarà compito dell’attività regionale dare corpo a una visione d’insieme, perché il risultato finale deve essere lo sviluppo del territorio.Stiamo lavorando, in collaborazione con il Prefetto, a indicatori di buona spesa che riducano il rischio di infiltrazioni nell’utilizzo dei fondi.

Ettore Rosato, vicepresidente della Camera dei deputati ha aperto la tavola rotonda: “Siamo in un contesto diverso da quello in cui è stato pensato il Pnrr. La lotta al Covid  univa tutte le istituzioni, la guerra ha un altro impatto economico.  È evidente che il Pnrr, in quanto modello futuro per l’Europa e per il nostro Paese andrà affinato sia nei ruoli di controllo sia di efficacia della spesa. Il Parlamento e le Assemblee elettive hanno fatto un grande lavoro, sia nella fase di raccordo che di  riscrittura del Pnrr. Non si tratterà  solo di spendere risorse ma di fare riforme, per  mettere a disposizione del Paese  strumenti più all’avanguardia per renderlo competitivo”.

Per Alessio Butti, presidente del Comitato per la legislazione Camera dei deputati  “c’è la necessità di una programmazione legislativa coerente e funzionale per evitare di affrontare  il Pnrr in un’ottica emergenziale. Il Comitato per la legislazione, che rappresento, non ha affrontato nel merito le missioni del Pnrr, ma ha lavorato sulla qualità della legislazione , elemento fondamentale per la sua realizzazione, il cui successo sarà garantito dal coinvolgimento delle commissioni parlamentari competenti. Una raccomandazione al governo è necessaria, non si arrivi alle scadenze del Pnrr con provvedimenti legislativi ancora da approvare”.

A rivendicare un maggiore coinvolgimento delle Assemblee legislative nazionali e regionali è stato poi Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto e coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee elettive delle Regioni e delle Province autonome: “esprimiamo la più alta rappresentanza democratica del Paese e dei territori e come tali abbiamo la responsabilità di indirizzare e dare un contributo per migliorare il Pnrr”.

La problematica di un eccesso di decretazione d’urgenza a scapito del ruolo del Parlamento, ancor prima della pandemia, è stata sottolineata da Emanuela Corda, presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali: “Attenzione a come gestiamo l’opportunità del Pnrr: il nostro impegno è quello di rafforzare la sinergia fra i vari livelli istituzionali per evitare che gli enti locali siano lasciati soli nella difficile fase attuativa, rischiando che si perdano queste importanti risorse”.

“Avrei auspicato che si creasse una “comunità del recovery”, invece al momento si percepisce una lontananza fra il sistema ministeriale e le autonomie territoriali, manca ancora una piena condivisione dell’attività che si dovrà svolgere da qui ai prossimi anni”, ha dichiarato Fabio Melilli, presidente Commissione Bilancio Camera dei deputati. “Sarà un percorso lungo, si dovrà riflettere su come correggere il Pnrr in corso d’opera e come armonizzarlo al meglio con gli altri fondi europei”.

FONTE:
http://www.cr.piemonte.it/web/comunicati-stampa/comunicati-stampa-2022/531-aprile-2022/10734-piu-centralita-ai-parlamenti-nel-pnrr