Completamento del versante est della tangenziale di Torino e necessità di contenere la fauna selvatica sono gli argomenti dei quattro ordini del giorno approvati dall’Assemblea nella seduta del 15 giugno.

Completamento tangenziale di Torino

I due documenti per il completamento della tangenziale di Torino sono stati presentati rispettivamente dai primi firmatari Alberto Preioni (Lega) e Paolo Bongioanni (Fdi).

Il primo documento, sottoscritto anche dal presidente dell’Assemblea Stefano Allasia, impegna il presidente e la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo e gli enti preposti affinché “si costituisca una società che si occupi della realizzazione dell’opera, con il preciso mandato di coinvolgimento degli enti locali su cui ricade, con la possibilità di utilizzare il materiale di analisi e progettazione prodotto dalla società Concessionario autostradale piemontese (Cap) prima della liquidazione, velocizzando, così, i tempi di realizzazione”.

“La tangenziale est – ha dichiarato il presidente Allasia a margine dell’approvazione – è un’opera strategica che andrebbe a completare l’anello autostradale del Torinese, affinché tutto il sistema produttivo a est del capoluogo abbia una viabilità interconnessa con il resto del Piemonte. L’attuale rete stradale intorno a Torino, infatti, non soddisfa le esigenze di gran parte della zona tra Gassino e Chieri”.

Il secondo Odg impegna il presidente e la Giunta regionale “a sollecitare il Governo nazionale ad assumere tra i provvedimenti di massima urgenza il completamento dell’anello tangenziale di Torino”, con il contestuale potenziamento delle vie di accesso, in particolare quelle limitrofe al Cuneese, “al fine di rilanciare l’economia in termini di investimenti infrastrutturali e occupazionali prevedendo l’inserimento del progetto in un nuovo bando per il rinnovo delle concessioni autostradali piemontesi in rete con il sistema tangenziale di Torino”.

Sicurezza e contenimento della fauna selvatica

Gli ordini del giorno in materia di sicurezza e contenimento della fauna selvatica sono stati presentati rispettivamente da Federico Perugini (Lega) e Monica Canalis (Pd). Entrambi i documenti prendono spunto dal tragico incidente avvenuto lo scorso ottobre sulla A26 nel Novarese in cui due persone hanno perso la vita in seguito allo scontro dell’auto su cui viaggiavano con dei cinghiali presenti sulla carreggiata.

Il documento di Perugini esprime il cordoglio del Consiglio regionale alle famiglie delle vittime e impegna il presidente della Giunta e l’assessore competente, “eventualmente di concerto con gli enti territoriali interessati, a mantenere l’attuazione dei piani di contenimento degli ungulati con misure che li rendano efficaci e a verificare che il recepimento da parte del Governo della indifferibile necessità di legiferare fornisca nuovi efficaci strumenti per l’adozione di tutti gli interventi necessari volti a evitare il ripetersi di tali episodi, sia in termini di sicurezza delle persone sia in termini di preservazione delle colture contemperando la sostenibilità dell’ecosistema”. Li impegna inoltre “a continuare la già costante interazione con le associazioni di categoria e gli enti preposti per intraprendere azioni più ampiamente condivise a salvaguardia delle aziende agricole e del loro indotto”.

Il documento di Canalis impegna la Giunta, oltre alle disposizioni del Piano faunistico venatorio regionale, “a prendere in considerazione una riforma degli Ambiti territoriali di caccia e dei Comprensori alpini, migliorandone il controllo e il monitoraggio con linee guida regionali chiare che non escludano un meccanismo di rotazione delle squadre di cacciatori” per quanto riguarda la caccia programmata; a potenziare il controllo e il monitoraggio su base regionale della caccia di selezione “per verificare – durante il periodo in cui tale attività venatoria può essere svolta – che vengano rispettati i piani di selezione approvati, valutando la possibilità di introdurre un meccanismo sanzionatorio nei confronti di quegli istituti venatori che, senza una oggettiva motivazioni, non soddisfano i piani di selezione presentati ed approvati dalla Giunta regionale, utilizzando le risorse aggiuntive per la copertura dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole”. Per quanto riguarda i piani di controllo/contenimento, a “definire un percorso di formazione omogeneo e valido per l’intero territorio regionale per le guardie venatorie volontarie, per i proprietari e conduttori di fondi, potenziando il controllo e monitoraggio sull’effettiva attuazione dei piani di controllo”. Per quanto riguarda i piani di controllo/contenimento, a “stanziare nel bilancio regionale le risorse necessarie a incrementare il numero delle guardie venatorie provinciali, che costituiscono personale qualificato stabilmente operativo nel rispetto delle disponibilità di bilancio”. A “dare maggiore valorizzazione della figura del ‘tutor’, che interviene su richiesta dei proprietari terrieri danneggiati e adoperarsi per la sua attivazione sull’intero territorio regionale come previsto dalla legislazione vigente”. A interloquire con i prefetti per verificare la possibilità in capo ai sindaci di adottare specifiche ordinanze volte ad autorizzare specifici piani di abbattimento, per tutelare la sicurezza e la sanità pubblica. Farsi parte attiva con il Governo nazionale per la revisione e l’attualizzazione della Legge 157/1992 e per la revisione della durata decennale del divieto di caccia nelle aree interessate da incendio, prevista dalla Legge 353/2000.

Documenti respinti

L’Assemblea ha anche respinto due ordini del giorno. Quello di Giorgio Bertola (M4o) che impegnava la Giunta “a predisporre una moratoria del prelievo venatorio per le specie appartenenti alla tipica fauna alpina e per l’allodola, ovvero l’esclusione della loro cacciabilità nella stagione venatoria 2021/2022” e – con 25 astenuti della maggioranza, 17 sì e 2 no – quello del primo firmatario Domenico Rossi (Pd) che chiedeva l’adesione della Regione alla campagna nazionale “Figli costituenti”, volta a introdurre nella Costituzione i principi di equità generazionale e tutela dell’ambiente.

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